Gli Orti Botanici e gli Erbari rappresentano - pur nelle loro evidenti differenze - un museo del mondo vegetale. Nati entrambi nel XVI secolo, hanno avuto inizialmente una funzione eminentemente didattica, legata in particolare all’insegnamento della botanica medica, permettendo agli studenti di osservare e studiare le piante officinali; oggi a questo utilizzo se ne sono aggiunti molti altri, con un’evoluzione strettamente legata allo sviluppo, o al declino, delle scienze botaniche.
Per muoversi con una certa familiarità nel “pianeta verde” non occorrono grandi credenziali scientifiche. Basta spesso, come punto di partenza, essere appassionati escursionisti, possedere spirito di osservazione, nutrire curiosità e interesse nei confronti del mondo vegetale. Cominciando da qui, ci si può costruire una competenza specifica lavorando “sul campo” e trasformarsi in piccoli botanici dilettanti passando dalla semplice osservazione al riconoscimento delle varie specie, delle loro caratteristiche, dei diversi adattamenti all’ ambiente. Gli alberi, in particolare, con le loro varietà di forme, dimensioni e colori e con la loro presenza in ambienti diversi (dal livello del mare alle alte quote, dei territori selvaggi alle grandi città), rappresentano un buon oggetto di studio per chi vuole accostarsi alla botanica e l’erbario fa al caso nostro! L’erbario “Gli antichi fabbricanti e commercianti di spezie, del Medioevo suddividevano i farmaci in due categorie: simplex et composita, a seconda che fossero usati come Natura li aveva creati, oppure dopo essere stati elaborati artificialmente. Già Isidoro, vescovo di Siviglia (560-635), consigliava di coltivare i semplici in un orto botanico (botanicum herbarium), inaugurando cosí la tradizione “erbalista” della botanica, che giungerà fino ai nostri giorni. Gli erbari erano una volta le sale nei monasteri medioevali, dove erano conservati fasci di erbe seccate appese alle travi, usate per insaporire i cibi, per profumare la biancheria e i capi d’abbigliamento, per scopi medicinali e per trasmettere la conoscenza dell’uso delle piante ai monaci novizi. Ecco che fin dall’ inizio l’erbario assume quella connotazione didattica che mai più lo abbandonerà: i “libri dei semplici”, diretta espressione di quanto cresceva nei giardini dei semplici, spesso solo lista nominativa, senza descrizioni e senza illustrazioni, assumono storicamente il ruolo di precursori delle moderne collezioni. Con un salto di circa un millennio, veniamo allora alla figura dell’erbario moderno, collezione di piante essiccate e classificate, chiamato exsiccata o anche hortus siccus, per differenziarlo dall’ orto botanico, suo contemporaneo, dove vengono ospitate le collezioni di piante viventi. Esso nasce attorno alla figura di Luca Ghini, imolese, “lettore dei semplici’ all’università di Bologna prima e di Pisa poi – presso la seconda fondò il primo Orto Botanico dell’epoca moderna, nel 1543 – e dei suoi allievi Aldrovandi, Mattioli, Cesalpino. Essi misero insieme erbari di piante secche – ancora soprattutto orientati alle piante medicinali – che distribuivano agli studiosi, e questo modo di preparare e di conservare le piante si diffuse rapidamente. I piú antichi erbari che si conservano ancora oggi risalgono appunto a quel periodo: uno nella Biblioteca Angelica di Roma con 355 esemplari e un altro con 1347; altri all’Orto Botanico dell’Università di Firenze; quello di Ulisse Aldrovandi con circa 4760 esemplari all’Orto Botanico dell’Università di Bologna. L’erbario, oltre ad essere un documento di grande valore storico-scientifico da esporre nei musei come memoria del passato e come base dei programmi educativi di biologia vegetale rivolti a studenti ed appassionati, è considerato, oggi, un mezzo insostituibile per la ricerca storica nei vari campi della botanica. L’interesse storico di erbari nazionali e regionali compilati due o trecento anni fa è notevole, poiché da essi si possono dedurre notizie sulle esplorazioni dei botanici di tutti i tempi. Gli erbari costituiscono una fonte di dati sulle specie estinte, in via di estinzione, vulnerabili e rare nelle diverse aree geografiche, e forniscono inoltre la possibilità di confrontare esemplari della stessa specie e provenienti dalla stessa località a molti anni di distanza. Nei 55 principali erbari del mondo sono conservati piú di 130 milioni di esemplari vegetali; questo enorme numero di campioni ha consentito la compilazione di tutte le “flore” e delle guide analitiche per l’identificazione delle specie di certe aree floristiche. Volendo chiarire in poche parole il principio alla base della creazione di un erbario secco, si deve ricordare il grande passo innovativo che mosse i suoi ispiratori e cioè la convinzione che nessuna rappresentazione riflette adeguatamente e completamente tutti gli aspetti della realtà; pertanto i nomi delle piante devono essere ancorati non già ad un disegno, ad una fotografia, ad un’immagine digitale, ma ad una vera pianta”. Alcuni degli ORTI BOTANICI più interessanti in Italia Orto botanico di Padova È quello più antico d'Italia, fondato nel lontano 1545. “In realtà è di dimensioni molto ridotte ma è molto attivo, anche per i più piccoli: ci sono visite guidate, laboratori e la possibilità di conoscere tantissime specie soprattutto italiane. Ha circa 7-8mila specie ed è stato da poco rinnovato”. Nel 1997 è stato iscritto nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO. L'orto testimonia infatti “uno scambio di influenze considerevoli nell’ area culturale delle scienze botaniche e costituisce una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale”. Orto botanico di Brera (Milano) È un po' il giardino storico della città di Milano, si trova in una cornice urbana storica molto suggestiva, anche se è di dimensioni piuttosto ridotte. Spesso ci sono eventi, per famiglie e bambini. La sua finalità è prevalentemente didattica; spesso ci sono mostre e istallazioni. Orto botanico di Cascina Rosa (Milano) La controparte dell'orto di Brera di Milano si trova nella zona universitaria del capoluogo meneghino, nella cosiddetta Città Studi. È un orto molto giovane e ci sono ambienti tipici lombardi ed un orto molto più ampio e agibile rispetto al suo 'gemello' di Brera: c'è la possibilità di fare escursioni a piedi o di entrare in carrozza, di fare visite didattiche e attività per i bambini Qui si può passeggiare imparando i nomi delle piante tipiche della Lombardia come le azalee, camelie, abeti e querce. Nel 1951 questo parco fece da set per il famoso film di De Sica 'Miracolo a Milano. Orto botanico di Bologna È molto antico. Fondato nel 1568 da Ulisse Aldrovandi, il giardino è uno dei più antichi d'Europa. Al suo interno ha la cosiddetta 'collezione dei semplici', il giardino in cui i frati, in epoca antica, coltivavano e producevano erbe per la medicina e altri scopi. Orto botanico di Torino Un orto didattico, che permette ai visitatori di conoscere tante cose sul mondo delle piante. Essendo vicino all'università di Torino ci sono serre dedicate alla ricerca, si studiano per esempio specie protette da reintrodurre nell'ambiente. Giardini botanici di Hanbury (Imperia) È un giardino particolare perché presenta molte specie, soprattutto ornamentali, da tutto il mondo. È una villa molto estesa sul promontorio della Mortola, sulla costa ligure, a pochi chilometri dal confine francese. È molto ben curata. Fondata nel 1877 dal viaggiatore inglese Thomas Hanbury dopo aver fatto fortuna come esportatore di tè a Shanghai. Giardino botanico alpino di Rezia (Sondrio) La cosa interessante è che si trova in quota ed è possibile ammirare la flora alpina che normalmente negli altri orti botanici è difficile trovare. Ci sono circa 2500 specie, è possibile fare visite guidate e assistere a laboratori. Orto botanico di Roma L'orto botanico di Roma è situato alle pendici del Gianicolo, nell'antico parco di villa Corsini, una location molto suggestiva per uno dei parchi storici italiani. Tante le piante monumentali che si possono osservare all'interno. E' spesso sede di mostre, corsi, conferenze e simposi; anche l'attività per le scuole è molto intensa. Il giardino ospita attualmente oltre 3000 specie vegetali. Orto botanico di Napoli Ha una estensione di 12 ettari e ospita circa 9mila specie vegetali e quasi 25mila esemplari. Ha una interessante collezione di piante succulente, di palme e di felci. Orto botanico di Palermo Il suo punto di forza è la flora mediterranea, in particolare quella ornamentale, e le piante grasse. Il Giardino accoglie oltre 12mila specie differenti di piante. Orto botanico di Cagliari La Sardegna, per il suo isolamento geografico rappresenta un bacino davvero interessante per la flora. Nell'orto di Cagliari si possono trovare molte delle piante autoctone dell'isola, un patrimonio unico e ricco. Orto botanico di Genova Una struttura storica ricca di interesse, tra le sue particolarità una collezione molto ampia di Felci e notevoli esemplari di cedri del Libano, cipressi e sequoie anche ultracentenari. Orto botanico di Catania Attivo sin da fine '800, questo orto contiene molte specie esotiche e piante locali dell'isola. Orto botanico di Trieste La sua tipicità è tutta nella modalità divulgativa, soprattutto per i più piccoli: grazie agli smartphone è possibile scannerizzare i QR Code vicino alle piante per scoprire caratteristiche e curiosità della flora contenuta all'interno. Orto botanico di Pisa Era il primo orto botanico d'Italia, edificato nel 1543-1544 con l'appoggio finanziario del granduca di Toscana, Cosimo I de' Medici, ma poi nel 1591 è stato spostato nella sua attuale location di piazza del Duomo. Molto attivo nella conservazione delle piante, vengono raccolte e monitorate le specie rare. Orto botanico di Bari Qui si trovano Palme, latifoglie, rampicanti ornamentali pregiati e specie autoctone pugliesi di notevole interesse, c'è anche un'area dedicata alle piante officinali, una serra e un ampio idrofitario, che ospita della flora acquatica. Giardino della Minerva di Catania Questa struttura risale addirittura al 1200 ma nel corso dei secoli ha subito diverse ricostruzioni. Nel 2001 è stato effettuato un meticoloso restauro che lo ha riportato agli antichi fasti. Durante il medioevo fu utilizzato a fini didattici per gli studenti della scuola medica salernitana; per tale motivo è ritenuto l'antesignano degli orti botanici intesi nell'accezione moderna del termine. In particolare è presente nel giardino la leggendaria mandragora, pianta che si riteneva avesse poteri straordinari. In totale, sono presenti oltre 300 specie di piante.
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Novembre 2019
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